Sono solo alcune tra le specialità locali coltivate da Sipo nel rispetto delle stagioni e del territorio. Ce ne parla il Direttore Generale Massimiliano Ceccarini
In Romagna la primavera è fatta anche di ortaggi freschi e lavori nei campi. A raccontare di quest’arte antica e dei suoi custodi moderni è Massimiliano Ceccarini, in nostro General Manager che porta avanti una tradizione familiare che da oltre cinquant’anni, valorizza e tutela i prodotti romagnoli. Spiega Massimiliano: “Il nostro impegno è rivolto anche a restituire valore socio-economico al territorio: quest’area è infatti caratterizzata da aziende piccole, e il mancato ricambio generazionale mette a rischio di abbandono molte colture autoctone”.

Un esempio di coltivazione romagnola dalla storia antica è quella dei ravanelli, piccoli tuberi, da gustare in una fresca insalata o in pinzimonio, figurano nel cestino delle verdure romagnole di Sipo fino a novembre. Appartenenti alla famiglia delle Crucifere, piccoli e piccanti, ne esistono diverse specie, ma i più diffusi in Italia sono rossi con polpa bianca. “Si possono mangiare anche le foglie di ravanelli, cucinate con le stesse modalità degli spinaci” ha spiegato Massimiliano.
Custodire i prodotti del territorio per Sipo significa inoltre limitare l’impatto ambientale, con confezioni eco-compatibili e riciclabili, e tornare ai valori del mondo agricolo tutelando le sue aziende. Ha chiarito Massimiliano: “L’impegno volto a conservare i prodotti locali è per noi essenziale. È importante proseguire, anche grazie alla grande distribuzione, facendo conoscere e apprezzare gli ortaggi di Romagna oltre i confini regionali. L’obiettivo è quello di favorire economie di scala per gli agricoltori con ricadute positive sulla continuità delle tradizioni e delle colture”.

