I COLORI DELLA BRUSCHETTA

Bruschetta: storia, informazioni e curiosità

LA STORIA DELLA BRUSCHETTA, INFORMAZIONI E CURIOSITA’. IMPARIAMO A CONOSCERE GLI INGREDIENTI DELLA SUA VERSIONE PIU CLASSICA. PERCEPIAMONE IL FASCINO VISITANDO I SUOI LUOGHI, INCONTRANDO LA SUA GENTE ED ASCOLTANDO LA SUA MUSICA. ASSAPORIAMONE IL GUSTO PIU’ AUTENTICO.

La bruschetta: una storia inaspettata.

Spesso le cose apparentemente più semplici nascondono elementi inaspettati che le contraddistinguono, arricchendole di un valore profondo, a prima vista poco visibile.

Una considerazione che ben si adatta anche alla gastronomia: in questo articolo verrà presa ad esempio la cosiddetta ‘bruschetta’. Si tratta di una preparazione che nella sua forma più classica è, per l’appunto, molto semplice: nonostante ciò, dà modo ad alcuni dei prodotti più tipici dell’agricoltura mediterranea di offrire il meglio di sè.
Bruschetta: Bruschetta with tomato. Prodotti che racchiudono sapori antichi, reminiscenze legate all’età classica, quando le navi commerciali dell’impero romano solcavano il mare trasportando olio, frumento e vino. Non è dunque un caso che i suoi primi ingredienti furono pane ed olio di oliva. Molto tempo più tardi, nel corso del sedicesimo secolo, la bruschetta venne arricchita da un ortaggio scoperto nel continente americano, il pomodoro: una novità che completò la sua forma più classica. Considerata cibo povero, era prediletta dai contadini che, grazie ad essa, riuscivano a donare nuova vita al pane vecchio. Al giorno d’oggi, la possibilità di far uso di ingredienti costosi, la rende una vera e propria tavolozza di colori, con cui esprimere la propria fantasia: abbinamenti di sapori spesso inediti conferiscono ulteriore ricchezza ad una storia millenaria.

Le Origini della Bruschetta

Le vere origini della bruschetta si perdono nella notte dei tempi: su di esse non si hanno informazioni certe, ma solo indizi. Molti studiosi ipotizzano che il luogo della sua ‘nascita’ sia localizzabile in un territorio compreso tra la Toscana e il Lazio.
Esaminiamo i motivi che rendono plausibile una tale ipotesi:
Bruschetta: Pane abbrustolito per la bruschetta.
Iniziamo prendendo in considerazione il termine ‘bruschetta’: questo deriva da ‘bruscare’, verbo appartenente a un primitivo dialetto romano / laziale.

La parola nel tempo si è evoluta ed è stata acquisita dalla lingua italiana: la si può infatti trovare nel famoso dizionario Treccani. Il suo significato è ‘abbrustolire’ e/o ‘bruciare’: ciò indica chiaramente la modalità di preparazione delle fette di pane.
Bruschetta: Pianta di ulivo.
Spostiamo ora l’attenzione sull’olio di oliva, altro ingrediente fondamentale nella preparazione della più classica delle bruschette. L’antico e misterioso popolo degli Etruschi fu il primo ad utilizzarlo, ricavandolo dalla spremitura di olive coltivate, guarda caso, in una zona situata tra Toscana e Lazio. Per completezza va detto che questo popolo si limitò ad impiegarlo nelle cerimonie religiose, come farmaco e come combustibile per le lampade. Il merito di averne compreso il valore come alimento va attribuito ai Romani.
E’ assai probabile che la prima bruschetta sia stata preparata da un ‘agricola’, un contadino della Repubblica di Roma, intento ad assaggiare il suo olio.
Sebbene questi elementi rappresentino, come già detto, dei semplici indizi, sono comunque utili a comprendere meglio una questione che, per forza di cose, difficilmente avrà una risposta definitiva.

La bruschetta al pomodoro, la più classica bruschetta.

Rosso:Il colore del pomodoro

Il pomodoro nasce da una pianta appartenente alla famiglia delle solanaceae. Si distingue per un buon numero di interessanti curiosità legate alla sua storia. Ad esempio, forse non tutti sanno che gli antichi Aztechi furono i primi a selezionarne le tipologie adatte al consumo e a coltivarlo: lo chiamavano ‘xitomatl’ (*1) e ne facevano uso in bevande e sughi come, ad esempio, il piccante ‘chimole’.
Confinato per lungo tempo in Centro e Sud America, rimase del tutto sconosciuto in Europa fino alla metà del 1500, quando Hernán Cortés, di ritorno da una spedizione nel Nuovo Mondo, portò in Spagna alcune piantine.
Il futuro ingrediente della bruschetta arrivò in Italia anni dopo, verso la fine del secolo: l’intenso colore giallo di una sua particolare varietà gli guadagnò il nome di pomo d’oro (*2).
In tutto il continente, per un lungo periodo, venne considerato solo come un grazioso oggetto ornamentale. Per i Francesi era il ‘pomme d’amour’, per gli inglesi la ‘love apple’, il frutto dell’amore e della passione, omaggio da destinare alle dame come atto di galanteria e caratterizzato da un implicito messaggio erotico. Il potere afrodisiaco e le capacità di far innamorare che gli vennero attribuiti, lo resero ingrediente per filtri d’amore: bizzarre stregonerie che, se non altro, ebbero il positivo effetto di provare che non fosse velenoso.
La produzione a scopo alimentare del pomodoro in Europa iniziò solo verso la fine del ‘700.
Basti pensare che il libro di Ippolito Cavalcanti (*3) ‘Cusina casarinola co la lengua napolitana’, il primo testo in cui si parla in modo esplicito di pasta con il pomodoro, risale al 1839.

La bruschetta e il Cattolicesimo

Il pane è senza dubbio l’ingrediente principale nella preparazione di qualsiasi bruschetta, in quanto ne costituisce la base stessa. Spesso viene impiegato quello vecchio: il suo utilizzo riesce a rinnovarne il gusto, facendolo sorgere a nuova vita. E’ interessante pensare a quanto ciò leghi la bruschetta alla religione più professata in Italia: il Cattolicesimo. Questo attribuisce al tema della rinascita, alla ‘resurrezione’ e al rinnovamento, un ruolo di fondamentale importanza. Nel corso dell’Eucarestia, il suo sacramento più importante, il pane assurge a simbolo della divinità. Considerato ciò, non stupisce affatto che questo cibo sia particolarmente caro agli italiani e che essi non tollerino il suo spreco: buttarlo via, viene considerato ‘un vero peccato’.
In un certo senso, in Italia la tradizione della bruschetta si innesta nel complesso panorama della religiosità locale.

Molte regioni, colori diversi, diversi sapori.

L’Italia, pur essendo una nazione relativamente piccola, è incredibilmente ricca di storia, cultura e tradizioni. La bruschetta può essere presa ad esempio di una così grande varietà, in quanto ogni Regione del paese ne può vantare una particolare tipologia.
Persino gli ingredienti possono variare per caratteristiche e sapore da luogo a luogo: ciò appare immediatamente evidente paragonando, ad esempio, il pane di Altamura con quello toscano.


Molti luoghi, molti tipi di bruschetta.
A seguire, alcuni tipi di bruschetta, suddivisi per regione di origine:

Altri
articoli